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mercoledì 28 ottobre 2009

ragazzi, mi sbagliavo: è questo il futuro della musica

eh, ora si inizia a ragionare



best,
Fede

martedì 27 ottobre 2009

ragazzi, questo è il futuro della musica

nella stessa inevitabile misura in cui la morte è il futuro di ognuno di noi:



e noi lì a scervellarci su come si evolvono le cose, il punk è morto, il punk è vivo, l'hardcore melodico non si fa più come negli anni novanta, l'emo non è emo, quando bastava mischiare i cradle of filth con gigi d'agostino e metterci tanti stacchi mosh. semplice no?




... ma vaffanculo va'

lunedì 26 ottobre 2009

Rocky, where art thou?



Una banale scusa per capire quanto sono incamato a incorporare i video si trasforma in un'opportunità per voi di conoscere - se non lo conscete già - uno dei migliori cantautori dei nostri tempi, per Spurk di sentirsi ancora più frustrato di non essere un folksinger, per Matt di imparare una canzone da sfoderare nei momenti di vuoto alle prove, e per me di esprimere la mancanza del vecchio Rocky, il cui ultimo disco risale ormai a due annetti e mezzo fa, e che non mi risulta sia mai passato in Europa, ma che mi piacerebbe molto sentire dal vivo, se non altro per l'interessante quantità di gnocca che come si evince dal video accorre numerosa alle sue esibizioni e che, frustrata dal non poter ottenere nulla da lui, si concederà in massa al sottoscritto che per l'occasione si sarà portato dietro l'acustica e che sarà pronto a sfoderare tutta l'abilità di liricista dimostrata, tra le altre cose, dall'aver appena scritto uno dei periodi più lunghi della storia della lingua italiana.

Best,
fede

Birra, Fede e Rock 'n' Roll / Teneteli d'occhio!

Bella regà,

allora, con il dovuto ritardo, che va in proporzione alle cose che si fanno (es. ritardo medio nel presentarsi alle prove 15 min. = ritardo sulla pubblicazione di un post promesso 3gg), ecco un bel resoconto della bella serata passata al Rock 'n' Roll di Rho per celebrare il provvisorio ritorno all'ovile del caro amico Fede.
C'era un sacco di ggente della cricca aresino-garbagnatese, tutti galvanizzati e ansiosi di salutare calorosamente a suon di schiaffoni tirolesi l'ormai ex italiano (scena di inizio serata). Partono i giri di birre e il morale della truppa si attesta su livelli ben più che discreti.
La svolta della serata l'ho personalmente avuta quando sul palco del locale, per la jam session che ne caratterizza il venerdì sera, salgono 'sti quattro tizi che a prima vista sembrano volere dare battaglia.
Mi scuso a priori per le eventuali imprecisioni/omissioni, dovute al mio livello di ubriachezza. Vi giuro che ce l'ho messa tutta.
Formazione classica con duechitarrebassobatteriaetrevoci. Mentre i ragazzi si assestano li squadro un po'. Quello che mi balza subito agli occhi è la disomogeneità degli stili di abbigliamento che li caratterizza. Da sinistra a destra e poi dietro:
- Chitarrista imbragato e con giacca a vento stile "ho appena fatto quattro ottomila dell'Himalaya e arrivo giusto ora da Katmandu"; in effetti il tipo sembra un po' malaticcio e dà l'impressione di essere imbottito di antibiotico;
- Lead vocalist lungagnone vestito stile Blues Brothers - ma più sbracato - al basso; un potenziale ska man ineccepibile, vista anche la fantasia a schacchi bianchi e rossi del suo strumento; va detto che il tipo ha un po' la faccia da porcello;
- Tizio all'altra chitarra che improvvisa una specie di spogliarello togliendosi dai tre ai quattro indumenti prima di decidersi a tracollarsi lo strumento; mi giunge voce dalle retrovie che la sua aria teutonica deriva dal fatto che è un crucco mangiakartoffeln;
- Batterista un po' insulso vestito da pappone centroamericano e con l'aria da tamarro;
Purtroppo non ho afferrato il nome del gruppo, e non me lo ricordo neanche tanto bene.
I Men See Flated Girls, mi pare ('Gli uomini vedono ragazze bemollizzate'?? Ma che cazzo vuol dire??). Va be'.
Il chitarrista nepalese sale in cattedra e fa una dichiarazione d'intenti francamente un po' gratuita, con la quale si scaglia contro un Gianni Morandi reo a suo dire di praticare la coprofagia.
Poi si aprono le danze.
Allora i ragazzi partono in tromba con un pezzo che - anche qui non sono sicuro - mi pare si chiami Shaves, e da quel poco che intuisco del testo mi sembra di capire che è la storia di un musicista villoso frustrato dalle logiche di mercificazione dell'industria musicale che per protesta decide di radersi tutto. Boh.
Il pezzo si apre in 'sopsensione' e poi si scatena subito con un riffettone aggressivo che ricorda i No Use For A Name di Leche Con Carne (tipo Justified Black Eye o Exit), il cantante attacca incazzato con voce graffiante e le chitarre si amalgamano bene senza strafare, con un bel tempo hardcore che dà spinta al tutto. Pausa di riflessione a metà canzone circa e coro da osteria/miltaresco che fa da apripista per uno schuss finale in cui il cantante, immedesimandosi nel musicista frustrato, si lancia nella conclusione della sua disillusa invettiva e mette in atto la protesta. Voto al pezzo: 8 e 1/2 tutto.
Secondo e purtroppo già ultimo pezzo. Anche qui - giuro che mi spiace - non colgo bene titolo/lyrics. Mi sembra 'Pressing Nation', una specie di metafora sul ruolo oggettivamente invadente che gli Stati Uniti hanno nello scacchiere economico e politico mondiale.
Questo pezzo è proprio una bomba: partenza a razzo, stacchi azzeccati e non fini a sè stessi, struttura parzialmente suit, qualche arpeggino qua e là, riff che si richiamano senza diventare ossessivi ma contribuendo a creare un sound che ha dentro un po' di tutto: dall'hardcore più o meno melodico all'emo al pop punk. La melodia struggente che si apre in quello che riconosciamo come ritornello ci rivela quanto al cantante stiano a cuore gli equilibri internazionali. Il mid-tempo finale non sminuisce nè l'energia del pezzo nè l'efficacia della melodia vocale. Qua ci sta un bel 9.5.
Fine del concerto. Breve, ma molto intenso. A questo punto me ne torno gran contento dagli altri (anche se lì sul momento mi sembrava ne mancassero tre o quattro) e dichiaro a chiare lettere: "Cazzo sarebbe figo suonare in un gruppo del genere".
Gran serata.

'bye.

Matt

Le cose simboliche sono parecchio fighe

Evviva Bologna
Evviva i fottuti Get Up Kids

venerdì 23 ottobre 2009

Nuove proposte dal Belpaese, part I

Era lunedì sera, mi si vedeva proprio in faccia che non potevo farcela più, me lo diceva anche mia mamma da qualche giorno.
Quindi dopo una attenta analisi da parte del carissimo dottore di famiglia(circa 3.46 secondi) il destino per il resto della mia settimana era già stato segnato!
4 giorni di malattia con coprifuoco dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00!
Devo dire che questi giorni ormai quasi agli sgoccioli, sono stati molto proficui dal punto di vista socio-culturale.. mi sono imbattuto nella più profonda mediocrità virtuale dei social network più in voga del momento.. eccone appunto uno: YOUTUBE.
Tra i vari fenomeni da baraccone, come Laura Scimione o Alby Make Up(io credo in te ragazzo!), mi sono scontrato dritto in faccia con un baraccone luminoso, pieno di STELLE. Ho Scoperto i DRAMALOVE.
(.. dio mio si, i DRAMALOVE..)

(Assolutamente da non perdere l'espressione del cantante a 00.51)

Credo facciano parte della stessa CREW dei dArI (ripassino per fede: quelli di Wale tanto Wale), insomma un vero e proprio copiarsi l'un l'altro da punto di vista del look, e un vero e proprio copiare dai big della musica Pop Rock alternativa (Muse e Placebo), dal punto di vista musicale.

Il cantante D_EGO è diventato la mia nuova ossessione, forse lo divenerà anche per voi dopo aver visto questo:

Il video è un susseguirsi di finto patetismo, teorie buffonesche e disturbi da personalità narcisistica..

Chissà, mio caro amico Fede, se anche da voi in "CERMANIA" le giovani teen e pre-teen sono assediate da fenomeni circensi di tale bassezza culturale. Ma che cazzo dico, la tua nuova terra ha sfornato musicisti come TOKIO HOTEL e CINEMA BIZZARRE..
si si.. ne lanci uno e poi gli altri cercano di emularsi tentando l'analogo successo..
E' QUESTO QUELLO CHE SI MERITA LA MIA GENERAZIONE?
"I have a message: save your generation"
DICEVANO I JAWBREAKER

io comincio a salvare me e i miei amici..

ps.: fede i video si caricano inserendo il codice html da youtube :)

giovedì 22 ottobre 2009

voglio essere come il ciccione degli Alexisonfire

Ok, dato che ho sentenziato con i miei compagni di blog che ci vuole "almeno un post a settimana" e dato che sto dando un pessimo esempio, mi toglierò il pensiero postando qualche video come il collega Spurk insegna (ottima strategia vecchio maiale). Del resto è inevitabile: faccio il pretenzioso, cerco di scrivere qualcosa di intelligente, e poi mi passa l'ispirazione a metà e lascio lì. L'altro giorno ad esempio stavo per postare una riflessione che vi potrà interessare, ma devo lavorarci su un po' di più.La graduate school mi rende pignolo.In ogni caso, ne approfitto per ricordare a tutti come il pop-screamo/new-emocore/chiamatelo-come-cazzo-volete non fa cagare a priori. Fu un genere innovativo, a modo suo, verso l'inizio di questo decennio. Il fatto che diventò la bandiera dei giovini repressi di tutto il mondo non è sufficiente a denigrarlo.

Ok, certe capigliature erano ridicole (ma lo sono ancor di più alcune cose che si vedono adesso, o alcune cose che si vedevano negli anni '80), certe canzoni erano veramente troppo grattacule per essere associate a un benché minimo spirito controculturale, e certi cantanti sparavano certi testi su certe melodie che anche un monaco buddista, al sentire cotale espressione di mielosità, proverebbe l'impeto di andare là a prenderli a calci nelle palle.

Personalmente, associo il punto più basso raggiunto da quella scena agli Hawthorne Heights, i quali sono probabilmente nella top five dei gruppi dagli scream più esilaranti della storia. Per farvene un'idea, immagiate come potrebbe urlare il gattino di Shrek 2, quello con gli occhioni neri per intenderci, se suonasse in una band metalcore.

Tuttavia, non tutto ciò che è marrone è cacca - come disse il collega Spurk inorridito davanti a un barattolo di nutella - e infatti se avete letto il titolo del post avrete bene a mente che tutta questa pretenziosa apologia introduttiva non è altro che un modo per allungare e farlo sembrare serio, quando in realtà il concetto base che voglio esprimere è che gli Alexisonfire secondo me sono una gran band e il chitarrista Wade MacNeil dovrebbe essere il mito di tutti i ciccioni del mondo.


Guardare per credere:


Water Wings (notare i capelli del cantante e il disorso iniziale in latino)


44 Caliber Love Letter


Ps. non sono capace di incorporare i video, per cui non rompete se metto i link.

Pps. il secondo video ha un audio di merda, ma vi consiglio di procurarvi la canzone perché ha uno degli intro più fighi della storia dell'emocore.


Best,

Fede

domenica 18 ottobre 2009

Mi sento un uomo libero solo nel fine settimana






Come riuscire ad evitare una vita standardizzata? Una vita basata sullo sfruttamento della tua forza lavoro che porta ad ingrandire un enorme palla di merda che si pesta i piedi da sola?

tristezza a palate..

giovedì 8 ottobre 2009

Konzert! Konzert!

L'altra sera sono andato all'unico centro sociale che ho trovato per ora nella mia nuova città, e che si trova praticamente dietro casa mia (ecco il link, se ci capite qualcosa), a vedere un concerto fico:

After the Fall + Antillectual + Landmines

Ok, questo non è un live report, non mi va di fare un live report per almeno 2 motivi:
1) A scrivere i live report mi rompo le palle. Ok, ne ho fatto qualcuno in vita mia, ma era più che altro perché mi andava di raccontare l'esperienza, piuttosto che il live in sé.
2) A leggere i live report mi rompo le palle. O almeno a leggere il 90% di quelli che si beccano in giro. Ho notato che sostanzialmente si dividono in due tipi: quelli in cui l'autore è un megafan del gruppo recensito e manca poco che si faccia anche una sega sotto al palco, e quelli scritti con la stessa enfasi dei compiti a casa. Leggo sovente i live report dei concerti a cui sono stato e mi rendo conto che il punto non viene colto quasi mai. E dato che il punto è soggettivo, se al concerto non ci sei stato tanto vale leggerti la scaletta e aspettare la prossima volta.
In compenso mi piacciono i live report alternativi, quelli in cui l'autore racconta una storia o utilizza quello che ha visto coem spunto per una riflessione più ampia (vedi il post di Matt di qualche giorno fa). Il problema è che non è che lo scrivono di fianco al titolo, che un live report è alternativo. E quindi, per leggermi un 10% di storie decenti, mi sorbisco un 90% di due palle così. Ma vabbé.
Detto questo, il mio intento è di parlarvi un po' di queste band, perché penso che dovreste dare loro un ascolto.

Gli After The Fall hanno un nome fottutamente cool. Già mi immagino il poseraccio di turno che li nomina tra i suoi gruppi preferiti per far colpo sulla scene queen di turno. C'è un'intea subcultura di band che hanno un nome che suona fottutamente cool, e alcune di loro grazie a ciò diventano pure famose. Gli After The Fall suonano un hardcore abbastanza melodico, ma come lo si fa ai giorni nostri, ovvero un po' meno melodico di come lo si faceva negli anni '90. Ho visto solo poche canzoni perché sono arrivato tardi, ma ho apprezzato tutto, compresa una cover di Coffee Mug dei Descendents. Poi ho scambiato quattro chiacchiere con il cantante-chitarrista, Mike. E' un megaciccione con la pancia rivolta verso il basso che sembra un guscio di lumaca. Viene da New York. Ha la faccia strasimpatica, e quando canta urla come un bastardo, ma lo fa con quell'espressione sorniona di chi sta raccontando una barzelletta. Tiene la chitarra più alta della media dei chitarristi del suo genere.

Degli Antillectual avevo già sentito il nome parecchie volte, ma non li avevo mai cagati più di tanto. E facevo male, perché dal vivo redono parecchio: vanno veloci come delle merde e poi a un certo punto ci piazzano l'arpeggino, il palm muting lento, lo stacco pop-punk con i cori a 3 voci, la melodia aperta. Ok, niente che rivoluzionerà la musica, ma limitatamente al genere qualche idea nuova ce la mettono anche. Personalmente ci ho trovato un po' di Belvedere/This Is A Standoff e anche qualcosa dei Chillerton per come infilano gli arpeggi in alcune parti, anche se questi ultimi sono molto più arroganti. Il classico gruppo che avrebbe avuto una storia diversa se fosse venuto su in Usa invece che in Olanda. Non fraintendetemi, l'attitudine pare molto diy, ma musicalmente non mancherebbero di niente per piacere a un pubblico più vasto.

I Landmines vengono dalla città natale degli Strike Anywhere, degli Avail, degli Smoke Or Fire, in Virginia. E un po' si sente, in effetti. Sarebbe interessante capire dove sta la correlazione tra origini comuni e stile musicale simile. Imitazione? Omogeneità degli stimoli? Qualità dell'acqua? In ogni caso, si torna sull'hardcore tirato dove la melodia non sta necessariamente nelle parti vocali ma è comunque presente in ogni canzone, assieme a qualche gang vocal e a qualche breakdown come la nuova scuola vuole. Il bassista sembra il cattivo di Robocop un po' più giovane, sputa che è un piacere, mi regala anche un'emozione quando per fare il figo scaracchia sul tubo dell'aria condizionata sopra di lui e dopo tipo 2 minuti il moccio gli ricade in testa. Il cantante ha una gran bella voce.
Ho anche comprato il loro disco:



















Altre informazioni degne di nota riguardanti la serata:
- mi sono innamorato. Sul serio, non sto sherzando. In quello pseudo-centro sociale ci lavora una delle ragazze più belle che abbia mai visto. Ci devo tornare.
- per la cronaca, nel momento di massimo affollamento davanti al palco saremmo stati in 25 persone. ok, era lunedì.. però che tristezza.
non so se sia consolatorio o deprimente scoprire che è uguale da tutte le parti: suona bene e fai spettacolo quanto vuoi, tanto a vederti verranno solo quei 4 stronzi.

Best,
fede

domenica 4 ottobre 2009

Tutta Londra minuto per minuto (o quasi) - 4

E' tempo di andare, oggi vince la malinconia, oggi non si e' goliardici.
Piove e io mi sento come Dylan Dog.
Si', tante cose anche oggi: il ritorno a Londra, Camden Town, ancora Piccadilly, e ancora cose divertenti e degne di nota (una su tutte: rissone in mezzo alla strada a Camden Town. Siparietto in disparte post rissa: la tipa s'incazza col tipo perche' si e' buttato in mezzo, lui la manda affanculo e le fa volare una roba imbevuta di Nutella che finisce... sui pantaloni di Nuzzo! Dieci minuti di bestemmie e borbottii e io che non resisto dal ridergli in faccia: Fra dovevi esserci!).
Ma cavolo oggi piove, ed e' una pioggia meravigliosa, perche' rivela un odore dimenticato e si mescola alla mia malinconia. Mi salgono i ricordi, vado a fare un pellegrinaggio doveroso per i cazzi miei, alle 22.30 di sera, verso un posto che dovevo rivedere. E poi scopro che non ci dovevo venire, perche' scopro di non ricordarmi proprio niente, che quel posto non mi dice niente, che me lo ricordavo diverso da come e' e mi sento di avere tradito lui e quello che ha significato. Ok, qui c'e' del melodramma, ma io non riesco a non prendermi sul serio e quindi e' cosi. Quel posto ormai ha del metafisico, non e' tangibile, perche' capisco che non e' fuori, ma e' dentro di me e avevo usato il suo ricordo per raffigurare l'idea della liberta'. Quel posto per me rappresentava la reificazione della liberta', ma non c'e' reificazione per la liberta'. Ma e' per questo in fondo che sento Londra cosi' affine, per via di quel posto. Strano utilizzare una parola tedesca per riassumere tutto. Londra per me e' speranza, e' liberta, e' malinconia e sara' sempre cosi', Londra e' Sehnsucht.
Scade il tempo e io vado a dormire. Ma non vorrei.

'bye

Matt

Tutta Lon... ehm Birmingham minuto per minuto (o quasi) - 3

Stessa sessione di scrittura, ma due post diversi, per rispettare il ritmo di un post per giorno.
Questo e' il primo, e decisamente il piu' pregno.
Trasferta a Birmingham per - ebbene si' - gli All Time Low supportati dai The Audience.

Non vi prendo per il culo se vi dico che Birmingham e' una citta' affascinante.
Se c'e' qualcosa che Londra non riflette a pieno, anzi non riflette nell'immediato, e' l'atmosfera alla film di Guy Ritchie, o comunque da film da working class inglese. Ecco, Birmingham e' una tipica working class city, e per questo con alto tasso di immigrazione, in proporzione non credo troppo dissimile da Londra.
Arrivati a Birmingham Central, ci colpisce subito il rossiccio onnipresente del mattone della zona industriale. Fuori dalla stazione le strade vuote, una sensazione di citta' sporca e... gabbiani??? Cazzo, ma a Birmingham non c'e' il mare! Eravamo nei docks senza mare di Birmingham. I colori del nostro ostello varopinto e persino in fase di reimbiancatura ci rinvigoriscono non poco, ma subito dopo siamo di nuovo in strada, verso il mercato e il centro commerciale.
Cazzo, il mercato! Qui non e' Camden, dove la fama della zona e il suo tipico folklore creano un filtro con quello che di 'vero' c'e'. Nessuno fa pubblicita' a Birmingham, e allora le facce che vedi dietro le bancarelle ti sembrano piu' finte, meno ovvie, perche non te le aspettavi, perche' non c'era niente da aspettarsi. E invece ecco qui tutte 'ste facce che sembrano segnate da tante battaglie, fisiche ma non solo, e che si', ti intimoriscono, anche perche' su di loro l'accento inglese suona piu' duro. E quindi a me gli strip club e gli snooker pub di Birmingham, dove questa gente si butta nel weekend, hanno avuto lo stesso significato del Big Ben o di Westminster Abbey. Lo devono avere.
Strana citta' multilivello, su e giu' come San Francisco, con il municipio situato su una collina nel centro citta' e una specie di Carnaby Street meno Londinese e un po' piu' 'media' in stile nordeuropeo che porta al centro commerciale, che a sua volta fa da spartiacque tra il centro e la zona industriale. Due zone diverse, ma la citta' e' la stessa, anche se davvero non sembra. E il centro commerciale che praticamente si trova 'sopra' il mercato. Sembra la fase embrionale di uno sviluppo della citta' in stile Nathan Never.

Serata all'O2 club di Birmingham, nuovo di pacca, tre settimane di vita. Arriviamo a cancelli aperti, ma un veloce passaggio preliminare gia' ci aveva fatto presagire l'eta' media: 14 anni e non pochi genitori a fare da accompagnatori. Posto decisamente figo, capienza stile Rolling, ma un'atmosfera da Irish pub (perlomeno nella sala 1), che fa salire di tono l'atmosfera. Una galleria a ferro di cavallo sovrasta la platea. Un sacco di gente.
Gruppo di spalla: The Audience from Chicago. Power pop punk senza troppe pretese che e' notevolmente peggiorato dai tentativi di un cantare tecnico del frontman, che sfocia in pseudogorgheggi spesso fuori tonalita' e a volte pure fuori tempo. Il tipo ogni tanto sembrava un po' distratto. Troppo disattento perche' troppo preso, forse. A volte e' figo e divertente, qui no. Irritante. Alla quarta canzone pensavo "Chicago. Alkaline Trio, Lawrence Arms, The Audience. Trova l'intruso". Ammetto di essermi zompato un po' lo show causa diverse pause cesso e sigarette, a volte un po' forzate. Ma non mi sono perso il momento clou: ultimo pezzo, il cantante e' esagitato, vai che ti risollevi, vai dacci dentro... Ehi!! Dov'e' finito? E' sparito! Non si sente piu'! Il chitarrista abbozza un tentativo di sostituzione alla voce, poi si ferma tutto... Ah, ecco! Si e' sfracellato sul palco!! Giustizia divina! (occhio a Youtube per eventuali prese dirette).
Eh si' un momento da ricordare, e per un attimo ho pensato a un' eventuale reazione di un'audience italiana irriverente, goliardica e magari un po' calciofila. Ecco le opzioni:
1. "Sceeeemo, sceeeemo"
2. "Parappara' parappara' parapparappappa' figur de meeerda..."
3. (caso estremo) "Devi mooorire! Devi moooorire!"
Si' sono un po' cattivo, ma ero ubriaco e quindi ecco i pensieri del momento. Il cantante si risolleva zoppicante e finisce il pezzo, osannato dalla gente. Noi un po' lo spernacchiamo, ma in fondo siamo contenti.
Ma veniamo agli All Time Low. Allora, il discorso e' questo: bella esecuzione, precisi, volumi in linea di massima ok (chitarre forse un pelino basse), e presenza scenica quanto basta, ma dannazione, niente da fare. Trooppo catchy, trooppo grattaculo, canzoni che alla lunga suonano piatte e si', stancano. Tanti coretti e clap-clap preconfezionati. Animatori secondo sceneggiatura.
Consci della loro figosita' e quindi un po' menosetti (per approfondimenti su figosita' e attitudine alla musica v. 'Hardcore melodico e il destino del rock' postato da Fede), con conseguente pioggia di reggiseni sul palco. Quale migliore appendiabiti del microfono del chitarrista. Ma cazzo, chi sei, Steven Tyler? Ma fai un po' il cazzone, ma mettitene su uno, no? Al massimo mettitelo in testa chesso' stile Gigi la Trottola.
Va be' da qui, la conseguente riflessione: qual e' il confine tra band e boyband? E' giusto che esista farsi una domanda del genere per una band che pretende di suonare punk? Dov'e' il punk con un audience che invece di fare casino fa solo video? Video killed the pogo stars. Ho solo una cosa da dire, spero che generi discussioni, approfondimenti e contestazioni: mi sta sul cazzo che la parola punk sia accostata a gruppi come questi. Non so cosa voglio dire punk, ma so cosa non vuol dire. Sara' un discorso trito e ritrito. ma non ce la faccio. Fate la cazzo di musica che volete, ma non permettetevi di usare quella parola. Nessuno la deve accostare a un gruppo come gli all time low. Dove sono l'autodistruzione, la disillusione, l'ironia, la goliardia nichilsta o il sarcasmo sociopolitico, la rabbia? Quella parola non la meritate, quella parola e' per i perdenti e per i sognatori. Fanculo.

'bye.

Matt

venerdì 2 ottobre 2009

Tutta Londra minuto per minuto (o quasi) - 2

Hi Funeral for a Fisherman's Friend (Nuzzo ha i diritti di questa),

Day 2 in London e io non so da dove iniziare, quindi andro' a cazzo e di brainstorming, con un elenco di eventi/incontri/cazzate/sensazioni come mi vengono.
Camminata podistica per tutto il giorno con chilometraggio fuori dalla portata del nostro fisico poco allenato e indebolito dalle schifezze assunte. Le tappe alla rinfusa: Lambeth (ostello dunque partenza) - Big Ben & Houses of Parliament - Westminster Abbey - St James Park - Buckingham Palace - Green Park - Trafalgar Square - Soho - Oxford Street - Oxford Circus - ancora a Piccadilly. Da qui (ma coi mezzi): Lambeth - Piccadilly (e 3) - Soho - Lambeth.
- Il viaggio della giornata: asserire audacemente ma senza tema di smentita (perche' ce lo siamo tenuto per noi) che la decisamente scomoda mancanza dei cestini a Londra - come anticipatomi dal maestro Mazza in quel di Bologna - dipende di certo dal timore delle autorita' londinesi che gli stessi cestini siano l'obiettivo preferito da quei cattivacci dei terroristi per piazzarci i loro ordigni. Da qui i suggerimenti all'amministrazione londinese per alcuni spot vincenti per giustificare la scelta ai cittadini e ai turisti: vincono ex-aequo "Dirtier, but safer" e "More trash, less bombs".
- Le traduzioni maccheroniche della giornata che fanno tanta goliardia:
1. Not at all dicks = Mica cazzi;
2. I am taken good= Sono preso bene;
3. I have to piss to the handcuff = Devo pisciare a manetta;
- Le statistiche della giornata:
1. Uno scoiattolo ogni 20 metri a St James/Green Park
2. Un negozio di strumenti musicali ogni 15 metri a Soho
3. Una cotta ogni 10 metri ovunque, dovuta a miscele esplosive di belta' in cui e' presente almeno uno dei seguenti elementi: capelli rossicci, lentiggini, stilosita', accento londinese;
- I nuovi amici della giornata, in rigoroso ordine cronologico:
1. Faith, 23enne ragazza californiana con fattezze orientali, studia e lavora nel campo della musica. Ha espresso giudizi positivi su Drunks e Emancipati.
2. Donna, 2?enne ballerina/attrice scozzese amica del Teron. Cambia una nazione al mese e ha un incomprensibile accento di Aberdeen. Festeggiato il suo compleanno.
3. Simon, 36 dj house di Leeds, con cui ho avuto il piacere di condividere un dialogo fiume che ha toccato campi disparati quali il cibo italiano, i cuori spezzati, i sottogeneri della house, la superiorita' della cultura giapponese. Ci saremo dati 20 cinque proprio stile ringo boys (lui nero, io bianco).
4. David, 21enne actor/player/singer di ?, che a un certo punto si inserisce nel dialogo con Simon e con cui, per via della sua gayosita', parto con una gran gaffe, ma mi riprendo alla distanza.
Bella gente, bella citta', bello tutto. Brutto che dormiro' 3 ore e che non ho ancora espletato. Quando la goccia fara' traboccare il vaso, sara' un gran casino.
Nuzzo sempre piu' tettologo e fuori controllo: e' ormai imputabile per evidente stalking.
CD di oggi: Lawrence Arms - Apathy and Exhaustion, Dillinger Four - Civil War e la compilation Pop Punk Loves You vol. 4 (Wynona Records) + un "I soliti sospetti" in edizione speciale a 3 euro e un ignorante/stiloso (a seconda dei punti di vista) telo da mare dei Ramones.
Mani bucate e pecunia sempre piu' risicata.
Good night.

'bye

Matt.

giovedì 1 ottobre 2009

Tutta Londra minuto per minuto ( o quasi) - 1

Hi All Time Blow,

Day 1 in London.
Bella li' (anche se la tastiera non ha accenti, adesso ti capisco Fede).
Siamo parcheggiati in un ostello da Guinness dei primati, in una stanza con 15 letti in 4 m2, e al nostro arrivo mi sono imbattuto in una creatura divina che se la stava blueseggiando con l'acustica fuori dall'ostello, cantando con voce angelica. Rapito dalla visione me la stavo gia' fantasticando a mille, poi la creatura apre la bocca e sfoggia un inaspettato tono gutturale e una faccia da Joey Ramone. Cazzo che delusione.
Be' detto questo siamo in fermento per la giornata di domani (cioe' nel senso che le schifezze che abbiamo mangiato oggi domani si faranno strada per e fuori dall'intestino con effetti pirotecnici), che non so dove, ne - soprattutto - come ci portera'.
L'obiettivo e' arrivare in orario e almeno con una parvenza di esseri umani al compleanno di Donna Forbes, ballerina scozzese e amica del Teron che ci ha ufficialmente invitato al suo party in Piccadilly.
Da segnalare in questa prima meno-che-mezza-giornata la meticolosita' del mio compagno di viaggio Nuzzo, che sfoggia grandi doti nella disciplina della tettologia. Sguardo attento, giudizio rapido e obiettivo, definizioni chiare e mirate. Un maestro per noi tutti. Quando passera' dalla teoria alla pratica diventera' un luminare a tutti gli effetti. Io seguo attento le sue orme e mi impegno a imitarne le gesta.
Ok, questo e' quanto per il day 1.
Ora scappo che mi scade l'ora dell'internet point in ostello.
Spero di essere costante, ma se non dovessi esserlo..... boh chissenefrega.
'Bye.

Matt
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