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domenica 27 settembre 2009

Hardcore melodico e il destino del rock

Eccomi qui, finalmente posso connettermi utilizzando un pc la cui tastiera ha le vocali accentate, e quindi posso ricominciare a postare interessanti elucubrazioni per la vostra gioja.
Negli ultimi tempi (parlo di 3 settimane circa) ho trascorso molte ore solo con me stesso, soprattutto la sera, circondato da barriere linguistiche e formali difficili da abbattere se non con il tempo, che tuttavia, nel momento in cui scrivo, rimane in costante divenire e si preannuncia ancora lungo e denso di ostacoli.
Le alternative a disposizione di ogni uomo per riempire gli istanti di isolamento sono sempre abbondanti, e vanno dalla masturbazione alla lettura, passando dall'allenamento fisico all'immancabile televisione. Personalmente, ho iniziato ripescando qualche racconto di Carver, efficace quanto il blues nel curare la solitudine, e ho proseguito sparandomi tutta la prima stagione di American Dad - geniale, assolutamente!
Detto questo, è banale aggiungere che buona parte di quel tempo è stata dedicata all'ascolto di musica vecchia o nuova, cercando in ogni momento qualcosa capace di assecondare o modificare il mio umore. Guardandomi indietro mi accorgo che ho dedicato particolare attenzione a un paio di dischetti in uscita che hanno in comune un po' di cose. Mi sto riferendo a "Strike Anywhere - Iron Front" e "Strung Out - Agents of the Undeground".
Ok, sorvoliamo il fatto che i dischi in questione non sono ancora usciti e quindi non dovrei parlarne, ma tanto non è che li sto recensendo, per cui no worries. Quando usciranno troverete giudizi tecnici et similia su Punknews, e di certo saranno pareri di persone esperte. (Leggi anche: persone abbastanza consapevoli degli equilibri nel mondo web alternativo da sapere chi e quando stroncare o incensare al fine di ottenere il ritorno di immagine desiderato)
Da parte mia, vorrei solo esprimere la mia felicità.
Sono felice, perché stanno uscendo due dischi che riescono a caricarti come pochi senza bisogno di mettere uno o due breakdown in ogni canzone, due dischi che ti fanno cantare alla grande senza cedere a quelle melodie lì, un po' allegre un po' tristi, che saranno catchy quanto vuoi, yeah!, ma hanno pure un po' rotto il cazzo, due dischi cantati da gente che sa urlare, altroché, ma lo fa quando è necessario, cazzo!, non quando ha finito le melodie, e suonati da musicisti che hanno una tecnica mostruosa, ma non la usano come prolungamento del pene.
Entrambi questi dischi sono prodotti nuovi di band reduci da una scena che, a detta un po' di tutti, ha detto tutto quello che aveva da dire negli anni '90. Gruppi che, nonostante l'acquisita maturità, non possono certo vantare la freschezza di un suono nuovo, di una scena nuova, di un modo di esprimersi nuovo, entusiasta e rivoluzionario; no, questo erano loro dieci anni fa. Quando tutti i gruppi della Epitaph erano fighi, per intenderci. Oggi loro sono i conservatori, sono i vecchi, roba buona per nostalgici e ritardatari. O almeno così dovrebbero essere, se la musica punk, o come la volete chiamare, avesse seguito un andamento evolutivo lineare.
Ma io propongo una teoria alternativa: in qualche punto del tempo, nel passato, ci si è trovati a un bivio, che ha creato due futuri paralleli. Io che scrivo e voi che leggete siamo cittadini del futuro in cui il mercato, i consumatori, le subculture, i ggiovani e i meno ggiovani, tutti noi in pratica, abbiamo optato per gli stereotipi perché sembrava la strada più fica, ma ci siamo ritrovati in un vicolo cieco dove le uniche vie di fuga paiono essere generi di difficile ascolto con il prefisso post- (cosa molto postmoderna, in effetti) o revival più o meno vintage trattati con suoni e tecniche moderne. I cittadini della dimensione parallela, invece, hanno tonnellate di gruppi rock con le palle, che fanno canzoni semplici, esaltanti e originali, che potrebbero fare da colonna sonora nello stesso modo a una rivolta urbana e a una festa in spiaggia, che ti fanno sentire figo quando le ascolti ma che nei testi non parlano della tua figosità, e che utilizzano i suoni, gli effetti, le mescolanze di idee e di tecniche proprie degli anni 2000, ovvero i più attuali possibili, come il rock vuole che sia.
Forse non dovrei essere felice, perché vivo in questa dimensione, e dischi così li fanno giusto gli Strike Anywhere e gli Strung Out. Ci metto dentro anche gli A Wilhelm Scream, dai.
Poi ti giri un attimo e ti becchi gli A Day To Remember. O i Set Your Goals, che pure erano partiti bene. Accidenti.
E' triste stare da soli per troppo tempo. E' triste rinchiudersi in mondi paralleli. Però fidatevi di me, ascoltate i nuovi dischi di Strung Out e Strike Anywhere e dite se non vi viene voglia di andare là fuori e spaccare tutto. Il rock dovrebbe fare questo effetto.

Best,
fede

2 commenti:

fede ha detto...

mi commento da solo (che tristezza) perché mi sento in colpa: metti che ho fatto venire voglia a qualcuno di ascoltare il disco degli Strike Anywhere e lui/lei lo scarica sottraendo profitti alla band, un po' come ho fatto io?
quindi se volete sentirlo beccatevelo in streaming qui con tanto di commenti del cantante (uno degli uomini più brutti del mondo ma con una gran voce):
http://www.expressnightout.com/content/2009/09/strike-anywhere-iron-front-bridge-nine.php
e poi andatevelo a comprare. appena mi pagano il mese lo farò anch'io.

Spurk ha detto...

vivi ancora a scrocco dal retto-re?
cmq bell'articolo feduz.

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